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PROGETTO TIN TAM Tin Tam è un villaggio posto all’estremo nord della falesia di Bandiagara. A causa della sua altitudine di circa 600 m. slm è il primo villaggio della Falesia a rimanere senza acqua. Ha una popolazione censita al gennaio 2011 di circa 5.000 abitanti. A Tin Tam stiamo realizzando: Progetti rivolti a garantire l’accesso all’acqua e il miglioramento della sua qualità Situazione Durante la stagione secca, che abitualmente dura da novembre a maggio, la popolazione di Tin Tam e dei villaggi vicini utilizza l’acqua raccolta in bacini superficiali. Si tratta di crateri in parte naturali e in parte costruiti dalla popolazione locale che non sopperiscono ai fabbisogni di tutta la stagione secca. Quando si esauriscono, donne e bambine sono costrette a procurarsi l’acqua per bere e cucinare da altre riserve o sorgenti distanti parecchi chilometri. Anche dal punto di vista qualitativo la situazione è molto precaria perché le acque superficiali, che vengono bevute senza subire alcun trattamento di purificazione, peggiorano il loro aspetto man mano che si riducono i volumi presenti nei bacini e aumentano la probabilità di contenere agenti patogeni che si diffondono anche a causa dell’uso promiscuo delle acque sia per il prelievo umano sia per abbeverare gli animali. In passato sono stati fatti molti tentativi da parte di diverse associazioni umanitarie di ricerca di acque sotterranee tramite perforazione della roccia in profondità. Poiché nessuno di questi tentativi ha avuto esito positivo si è deciso di operare con le seguenti modalità:
Obiettivi raggiunti Aggiornamento del 26/1/2013
L’idea è quella di utilizzare il tetto della scuola di Tin Tam per raccogliere l’acqua che cade copiosa nel periodo delle piogge in cisterne di cemento posizionate sul retro degli edifici scolastici. Il progetto è stato approvato e finanziato con 13.000 euro alla fine del 2012 a copertura delle spese relative alle infrastrutture. Si è deciso di avviare immediatamente la fase operativa di costruzione dei serbatoi avvalendoci della collaborazione di una ONG di Bandiagara (Mali) perché la guerra civile in corso in Mali dalla primavera del 2012 non consente ai volontari di Yacouba di operare direttamente sul territorio. Per lo stesso motivo è necessario rimandare a tempi più propizi la sperimentazione e il trasferimento dei sistemi di potabilizzazione dell’acqua messi a punto in laboratorio. Tuttavia, proprio la condizione di isolamento e di precarietà che la situazione di guerra ha contribuito ad aggravare rende quanto mai urgente la realizzazione delle opere a Tin Tam. La fase progettuale è stata conclusa sperando di poter concludere la costruzione delle cisterne prima della prossima stagione delle piogge. Allegato 3 (Raccolta e potabilizzazione dell'acqua piovana per la scuola di Tin Tam)
Aggiornamento 16 Luglio 2013 Silvana Galassi ci scrive: La parata del 14 luglio lungo gli Champs Elysées è stata aperta dai soldati del Mali e Hollande ha dichiarato in un’intervista trasmessa in TV: “Sì, abbiamo vinto e in Africa sono stato ringraziato non per ciò che avevo fatto, ma per ciò che avevo deciso. Ad agire sono stati i soldati francesi. Abbiamo vinto il terrorismo in Mali perché siamo stati chiamati da un Paese amico, eravamo sostenuti dall’Europa e abbiamo operato nel quadro della legalità internazionale”. Del Mali e dei suoi problemi di profughi interni e in esilio in Paesi vicini altrettanto o ancora più poveri non se ne parla più come se l’intervento francese li avesse risolti. Il 28 luglio ci saranno le elezioni ma si può pensare a una partecipazione democratica proprio in quelle città del nord che non si sentivano rappresentate in passato e che ora non si sono ancora organizzate dal punto di vista amministrativo? E come potranno riuscire a votare le decine di migliaia di profughi il cui destino dipende dall’assetto politico futuro? Di questo scenario che lascia intravvedere una situazione di nuovo colonialismo da parte della Francia non c’è possibilità di avere immagini dirette perché la situazione di pericolo dovuta a gruppi armati allo sbando esiste ancora e ci impedisce di visitare i villaggi in cui abbiamo progetti in corso. La situazione tiene lontani anche i giornalisti e i turisti. La nostra goccia di solidarietà è ben poco nel mare di problemi del popolo del Mali ma è tutto quello che possiamo fare al momento per far sapere ai nostri amici maliani che non sono stati dimenticati. Una goccia di solidarietà La costruzione delle cisterne di cemento per raccogliere l’acqua durante la stagione delle piogge è stata ultimata e nelle foto si possono vedere le varie fasi. L’acqua che cade sul tetto della scuola viene convogliata con grondaie e raccordi nelle cisterne e servirà a rendere la scuola autosufficiente nel periodo secco. L’esperienza di collaborazione del GAAS (Groupe d’Animation Action au Sahel) è stata molto positiva. Grazie ai rapporti e alle foto che periodicamente ci ha spedito il Direttore, Nouhoum Coulibaly, siamo stati aggiornati passo dopo passo per proseguimento dei lavori. Ora le cisterne sono pronte per le prossime piogge: speriamo siano abbondanti!
Aggiornamento 28 Ottobre 2013 Nonostante la precaria situazione in Mali determinata dal colpo di stato e dalla guerra civile, il progetto di realizzazione delle cisterne per la raccolta d’acqua piovana presso la scuola elementare di Tin Tam è stato realizzato rispettando le scadenze grazie alla collaborazione con un’organizzazione locale, il Groupe d’Animation Action au Sahel –Mali (GAAS) che ha sede a Bandiagara. La costruzione delle cisterne, della copertura del tetto, delle grondaie e dei raccordi di collegamento del tetto con le cisterne è stata ultimata a luglio in modo da consentire la raccolta d’acqua durante la stagione delle piogge. Purtroppo, il persistere di una situazione di insicurezza nei villaggi del Mali non ci consente di prendere visione direttamente delle opere realizzate. Per il momento dobbiamo accontentarci delle immagini che ci sono state inviate. Siamo convinti, tuttavia, che questo piccolo aiuto sia importante per la popolazione di Tin Tam ora che è ancora più isolata a causa dei conflitti che hanno devastato il Paese. Si allega la relazione finale del GAAS con la documentazione fotografica Allegato Relazione finale GAAS
Aggiornamento 12 Aprile 2015 Silvana Galassi ci scrive: L’ultima relazione dell’associazione GAAS-Mali, che ha seguito la costruzione delle cisterne per la raccolta dell’acqua piovana riferisce che alla fine del 2013, durante la stagione secca, l’acqua veniva utilizzata per la scuola del villaggio da 267 persone (studenti della scuola e i maestri) per un totale di 216 litri al giorno. Gli studenti usavano 0,75 litri ciascuno al giorno durante i giorni di scuola e i maestri 5 litri ciascuno. Il consumo del Direttore scolastico era di 11 litri al giorno. Nel 2014 più o meno nello stesso periodo ci ha scritto il sindaco di Borko, Kassambara, da cui dipende il villaggio di Tin Tam riferendo che le cisterne si erano riempite durante il periodo delle piogge, che corrisponde alla nostra estate, e che erano in funzione.
Aggiornamento 25 Gennaio 2016 Silvana Galassi (vicepresidente) ci scrive: Per non abbandonare i nostri amici maliani di Silvana Galassi, vice-presidente di Yacouba Toni Iwobi, il nigeriano responsabile per l’immigrazione della Lega Nord, il 21 giugno 2015 a Pontida ha ribadito lo slogan “Aiutiamoli a casa loro”. Principio assolutamente condivisibile il linea teorica ma poco realizzabile nella pratica. La nostra Associazione che da più di dieci anni sostiene progetti in alcuni villaggi dei Paesi Dogon in Mali per l’istruzione primaria, la sanità e l’accesso all’acqua con l’intento non solo di aiutarli a casa loro ma di portare ogni progetto all’auto-sostenibilità, da qualche anno incontra difficoltà enormi dovute alla situazione che si è venuta a creare in molte zone dell’Africa per effetto delle guerre, del terrorismo e delle condizioni sanitarie. La nostra è una piccola associazione che ha sempre usato le risorse economiche derivanti dalle elargizioni di singoli simpatizzanti e da modesti finanziamenti istituzionali a sostegno dei singoli progetti. Non ha mai erogato alcun compenso ai volontari che si recano in Africa per seguire i progetti e mantenere i rapporti con le popolazioni dei villaggi. I volontari si sono sempre fatti carico delle spese di viaggio e soggiorno e si sono messi in gioco personalmente. Tuttavia, dal 2012 nessuno di noi si più recato sul posto e i progetti avviati negli hanno precedenti sono continuati grazie ai contatti stabiliti con le associazioni locali e i sindaci dei Comuni ai quali afferiscono i villaggi beneficiari dei progetti. Monitorando indirettamente la situazione, abbiamo la sensazione di perdere quel rapporto e quella empatia che avevamo stabilito grazie ai nostri incontri periodici che ci permettevano di capire le loro necessità piuttosto che pretendere di risolvere i loro problemi a distanza. Personalmente, sebbene avessi lavorato per 40 anni nel settore delle risorse idriche come ricercatrice del CNR e dell’Università, non avrei potuto capire come migliorare l’accesso all’acqua potabile nei villaggi Dogon se non li avessi visitati e non avessi parlato con gli abitanti. E, d’altra parte, non sono in grado di valutare la bontà dei nostri interventi se non posso visionare lo stato delle opere, il loro funzionamento e la capacità delle persone di utilizzarli al meglio. E’ sempre stato difficile aiutare a casa loro i villaggi più isolati del Mali, quelli che stanno soffrendo di più dei cambiamenti climatici e dei conflitti in corso, ma noi cerchiamo di farlo perché sono proprio quelli che conservano la cultura e le tradizioni Dogon, senza le quali le persone rischiano di perdere la propria identità e la capacità di vivere in armonia con un ambiente nel quale si sono insediati da secoli. La popolazione di questa parte del Mali, come quella di tutte le zone rurali dell’Africa, finirebbe per soffrire una situazione di emarginazione se fosse costretta a lasciare il proprio villaggio per andare a vivere nelle periferie delle città o se fosse addirittura costretta a lasciare il Paese per fame o per paura dei conflitti. Dal 2012 è diventato ancora più difficile portare avanti i nostri progetti per l’ulteriore isolamento provocato dal colpo di stato e per le scorrerie di gruppi armati presenti sul territorio. Nel 2014, si aggiunto anche il problema dell’epidemia di ebola che si è risolto solo nel 2015. Tuttora, dopo la formale cessazione del conflitto e la sconfitta del virus, il rischio terroristico impedisce la ripresa del turismo e ci scoraggia ad intraprendere viaggi nei territori Dogon. Tuttavia, non vogliamo arrenderci e abbandonare i nostri amici proprio ora che hanno più bisogno del nostro sostegno morale e materiale. Dopo lunghe e amare riflessioni, abbiamo deciso di adottare una nuova strategia che coinvolga la comunità maliana che vive in Italia. Approfittando della presenza di una rappresentanza del Mali a EXPO, siamo riusciti ad entrare in quella rete di relazioni che tiene insieme i migranti delle diverse etnie di quel Paese fino ad individuare tra loro una persona originaria dei Paesi Dogon che, vivendo e lavorando in Italia da molti anni, potrebbe rappresentare un ponte di comunicazione tra Yacouba e le comunità locali dei villaggi del Mali dove sono in corso i nostri progetti. Oumar Camia, il nostro contatto Dogon, si è dichiarato disponibile a utilizzare parte delle sue ferie estive per visitare Walia e Tin Tam, due dei villaggi dove abbiamo realizzato alcuni interventi di sostegno alla scuola elementare e alla clinica. Riteniamo che questa nuova modalità di collaborazione possa aprire una prospettiva per superare le difficoltà che abbiamo incontrato in questi ultimi anni, in attesa che la situazione locale migliori consentendoci di tornare a visitare di persona i villaggi. In ogni caso, il coinvolgimento della comunità maliana che vive in Italia ci sembra possa rappresentare una buona opportunità per garantire una continuità dei rapporti degli immigrati con le loro famiglie per verificare insieme la validità degli obiettivi che Yacouba si è posta mer migliorare le condizioni dei villaggi del Mali. Negli incontri che abbiamo avuto sinora e che avremo in futuro per organizzare il viaggio del nostro amico Oumar sentiamo crescere una fiducia e un interesse reciproci che ci fanno ben sperare nel successo di questa nuova strategia.
Aggiornamento 9 Novembre 2016 Silvana Galassi (vicepresidente) ci scrive: Il nostro inviato speciale in Mali, Omar Kamia, ha visitato tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2016 i villaggi Dogon di Walia e Tin Tam per prendere visione dello stato degli interventi che la nostra Associazione ha aiutato a realizzare. Potendo raggiungere le località e parlare coi sindaci e i rappresentanti delle popolazioni dei villaggi, Omar ha potuto rendersi conto della reale utilità degli interventi, della soddisfazione degli abitanti e delle eventuali criticità. Ha realizzato anche una preziosi filmati che ora sono in corso di elaborazione. Per quanto riguarda le 7 cisterne costruite nel 2013 nell’ambito del progetto realizzato col CAST e finanziato dal Tavolo della Chiesa Valdese, Omar ha verificato che 6 delle 7 cisterne erano piene, pronte ad essere utilizzate all’inizio dell’anno scolastico (in Agosto, nel pieno del periodo delle piogge, la scuola è chiusa). Solo una cisterna presentava delle perdite ma non si è riusciti a individuare le cause. E’ stato riferito che negli anni precedenti l’acqua era bastata per le esigenze della scuola (acqua da bere e per preparare i pasti) per tutta la stagione secca e che quella avanzata era stata distribuita agli abitanti del villaggio. Dalle riprese video le strutture appaiono in buono stato. In occasione della visita di Omar, il sindaco di Borko, dal quale dipende il villaggio, ha chiesto un intervento della nostra associazione per riparare il locale, adiacente alla scuola, dove vengono conservati gli ingredienti per preparare i pasti (la cantine) e per costruire un porticato da adibire a mensa scolastica. I genitori dei ragazzi si sono offerti di eseguire loro le riparazioni e la costruzione della mensa; chiedevano solo di coprire il costo dei materiali. Dopo aver verificato la fattibilità del progetto, la richiesta è stata accolta e i lavori dovrebbero essere iniziati. Abbiamo il filmatino realizzato da Omar durante la sua visita ai villaggi. Click sull'immagine per la visione.
Referente del Progetto "Acqua": Silvana Galassi
Grazie al contributo dei dipendenti della Società Selta, si è completata la costruzione della scuola con l'aggiunta di un'altra aula in muratura secondo gli standard previsti dai canoni Maliani (fino a poco tempo fa la maggior parte degli alunni era costretta a seguire le lezioni in aule con il tetto di paglia). Si è provveduto inoltre alla sistemazione dei tetti di altre aule. Il confronto diretto con il capo villaggio e il direttore scolastico ha permesso di rilevare che, per le condizioni di estrema povertà, ancora pochi bambini possono frequentare la scuola. Abbiamo quindi proposto al villaggio di Tin Tam e ai suoi 4 quartieri un progetto di sostegno alla scolarizzazione per un intero ciclo scolastico (6 anni) attraverso:
Il progetto ha preso avvio nell'anno scolastico 2011-2012
Aggiornamento 12 Aprile 2015 Laura Magnani ci scrive: Yacouba sostiene la scuola di Tin Tam, di Semari, Demparè, Somè, Nombori, mandando regolarmente un aiuto economico che viene utilizzato per pagare il salario di alcuni insegnanti supplementari oltre a quelli regolarmente assunti dal governo maliano. Altri fondi servono a sostenere le spese per il materiale didattico e la mensa per degli studenti che sono aumentati sia di numero in questi ultimi anni. Nell’ultima lettera inviata alla nostra Associazione dal sindaco di Borko, dal quale dipende il villaggio di Tin Tam, si fa presente che nell’anno scolastico in corso (2014-2015) 76 allievi frequentano la prima classe, decisamente un numero superiore a quello presente nella nostra ultima visita del 2010. In quella situazione era possibile riunire le classi mentre ora non è necessario disporre di un numero maggiore di insegnanti ed è per questo che abbiamo ritenuto opportuno arruolare due supplenti. Un altro dato sorprendentemente positivo è che ben 27 ragazzi di Tin Tam stanno attualmente frequentando il liceo di Bandiagara, la cittadina più vicina al villaggio. La scolarizzazione è, secondo noi, la premessa per il miglioramento della situazione del villaggio, molto isolato dal punto di vista geografico e povero di risorse naturali.
Referente del Progetto "Scuola": Laura Magnani Nella pagina Fotografie troverete altre belle foto del villaggio nella sezione dedicata a Tin Tam
Il filmato di presentazione di Tin Tam
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